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Vi siete mai chiesti come nascono i nomi delle auto?

In questa breve guida cercheremo di svelare la genesi del nome di alcuni dei modelli più desiderati.

Partiamo dal marchio più famoso al mondo: Ferrari. Tutto ebbe inizio a Maranello quando il Drake dovette decidere il nome da dare alla prima auto che avrebbe portato il suo nome. La scelta cadde su “125 S”. 125 era la cilindrata unitaria, cioè la cilindrata di ciascuno dei 12 cilindri del motore che la equipaggiava e la lettera S stava ad indicare una delle tre versioni che ebbe l’auto: S per Sport, C per Corsa e GP per Grand Prix.
Quella di chiamare i modelli con la cifra della cilindrata unitaria divenne una tradizione a Maranello. Il modello “250” ebbe numerose varianti, la più famosa delle quali fu la “GTO” del 1962: Gran Turismo Omologata, nome con il quale si indicava l’omologazione per le gare ottenuta dalla federazione per questa vettura.

La cilindrata unitaria è stata ripresa anche per denominare alcuni modelli moderni, come ad esempio la 456 negli anni ’90 e la 488, e accanto al numero sono stage aggiunte rispettivamente le sigle GT e GTB (Gran Turismo e Gran Turismo Berlinetta).

Un’altra tipologia di nomi molto usata a Maranello è quella che indica la cilindrata complessiva unita al numero dei cilindri: fanno parte di questa categoria 308, 208, 328, 288 (che rispolverava la gloriosa sigla GTO) ma anche la 458 o la 512 (5 litri e 12 cilindri). Caso particolare fu la F355 che accanto alla lettera F di Ferrari metteva la cilindrata (3500cc) e il 5 che indicava la presenza di un’innovazione tecnica: le 5 valvole per cilindro.

Un altro nome entrato nella mitologia dei modelli Ferrari è quello della Testarossa (scritto tutto attaccato), un modello dal design innovativo presentato al salone di Parigi nel 1984. Il nome è una citazione del modello del 1957, la 250 (nuovamente la cilindrata unitaria) Testa Rossa (scritto staccato). Questo nomignolo derivava dal singolare colore con cui erano dipinti i coperchi delle testate del motore.

Altra usanza che è arrivata fino ai giorni nostri è quella di affiancare al nome del modello un “nomigniolo” che potesse essere un omaggio ad un particolare evento, personaggio o luogo che rivestisse un’importanza particolare nella storia del marchio di Maranello. Vediamone alcuni esempi: nel 1957 l’importatore Ferrari negli Stati Uniti, Luigi Chinetti, fece pressioni a Maranello per produrre un’auto pensata appositamente per il mercato americano e da quella proposta nacque una delle più belle vetture scoperte della storia: la “250 GT California”. Nel 1967 la Ferrari compì un’impresa epica portando alla vittoria tre vetture alla 24 ore di Daytona sbaragliando la corposa concorrenza americana, per completare l’impresa le auto tagliarono il traguardo in parata, cosa che contribuì ad aumentare l’alone d’imbattibilità delle vetture italiane oltreoceano; per celebrare questa vittoria la Ferrari diede il nome “Daytona” al modello 365 GTB 4.  La tradizione riprese nel 1996 con la 550 Maranello  (5500 cc di cilindrata)  per poi proseguire con altri famosi esempi: la 360 Modena (città natale del Drake), la 612 Scaglietti (nome del famoso carrozziere che lavorava per la Ferrari), la 599 GTB Fiorano (sede della pista di proprietà del marchio) e la 458 Italia, che accanto alla cilindrata unitaria affianca orgogliosamente il nome della nazione, fino ad arrivare al modello Portofino, a cui è stato dato unicamente il nome della mondana località ligure.

Nel 1987 a Maranello venne inaugurata una consuetudine che consisteva nel progettare un modello celebrativo che fosse il concentrato di tutto il know-how raccolto nel mondo della Formula Uno fino a quel momento dal marchio. L’evento che diede il via a questa tradizione fu il quarantesimo anniversario della nascita del marchio avvenuta appunto nel 1947. L’aneddoto legato al nome di questo modello lo raccontò direttamente il protagonista: il giornalista Gino Rancati, all’epoca amico del grande Vecchio di Maranello, suggerì di chiamare la nuova auto con un nome che celebrasse l’evento e disse: “la chiami F40, avrà un bel nome anche in inglese F Forty” e così fu.

Il modello che la Ferrari presentò dieci anni dopo aveva già il nome pronto: F50.

Nel 2002 venne presentata la nuova Hypercar che per nome ebbe in dono il nome del mitico fondatore “Enzo”.
L’ultima Hypercar uscita dalle linee della casa emiliana è stata chiamata LaFerrari, nome che ha fatto storcere il naso ai più affezionati fan del marchio, che considerano la F40 il modello che meglio rappresenta tutta la filosofia del Drake.

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