Tempo di lettura stimato: 3 minuti

Boom. E’ esplosa la bomba. Ciò che 36 ore fa non poteva nemmeno essere immaginato è diventato realtà nel lasso di tempo intercorso tra le 8 del mattino e le 20 di giovedì 01 Febbraio 2024. A quell’ora il Mondo ha avuto conferma che Lewis Hamilton sposerà la causa della Ferrari a partire dalla prossima stagione. E’ un passaggio che segna una svolta epocale: da sempre legato alla Mercedes, il britannico era considerato più vicino al ritiro che a proseguire la carriera alla ricerca di nuovi successi; figuriamoci se qualcuno poteva immaginare una risoluzione anticipata del contratto con una stagione di anticipo dopo la firma avvenuta la scorsa estate.

I connotati dell’operazione non sono ancora del tutto definiti, ma ciò che hanno certificato i comunicati ufficiali è che Hamilton ha esercitato un’opzione a suo favore per legarsi al Team di Maranello con un accordo pluriennale, puntando ad acclimatarsi per tempo, in vista del cambio di regolamento del 2026, quando tutti partiranno da un foglio bianco.

Ma a cosa porterà un simile scenario? Soldi una vagonata di soldi. Sulla scelta ha influito senza dubbio il fascino romantico che il Cavallino è in grado di esercitare sul mondo del Motorsport, tale da regalare agli appassionati l’ultima appendice di una brillante carriera vissuta da avversario provando a fregiarsi di quel titolo che lo porterebbe per primo a quota 8 vestiro di Rosso. E’ indubbio, però, il fatto che, parafrasando una celebre espressione dell’Avvocato, “non verrà per un tozzo di pane”. L’offerta recapitata da Elkan e Vasseur deve essere stata irrinunciabile per indurre Lewis a interrompere un legame con una prospettiva a lunghissimo termine; una volta terminata la carriera in F1 era pronto a diventare un ambasciatore a vita per la Casa di Stoccarda con poteri di rappresentanza pressochè illimitati. Dal canto suo la Ferrari ha finalmente capito che i recenti insuccessi sportivi e la “trasparenza” di Leclerc e Sainz avevano finito per ledere l’appeal del Cavallino in campo politico e commerciale ( l’avevamo previsto). Ingaggiare il guru dei social media, il pilota che non ha eguali a livello di marketing, l’uomo che fa parlare di sè più di qualsiasi altro nel paddock è un’operazione che genererà un indotto clamoroso anche per Maranello.

Cosa aspettarsi invece dal punto di vista sportivo? Hamilton è reduce da due annate piuttosto deludenti, passate spesso nelle retrovie con una vettura poco efficiente e con il peso di quanto successo nel 2021, quando, alla fine un duello all’ultimo metro, Verstappen riuscì a sottrargli lo scettro di campione del Mondo nonostante una mostruosa crescita della sua Mercedes nella seconda parte di stagione. Ciò che però ha pesato maggiormente sul bilancio è l’assenza di acuti: nelle ultime 2 stagioni, oltre all’olandese volante, Leclerc, Sainz, Russel e Perez hanno vinto almeno una gara, lui no, sperimentando anche la scomoda sensazione di terminare alle spalle del compagno di Team, come non succedeva dal 2016 quando Rosberg ebbe sul suo apice di gloria. Lo scorso anno la situazione è leggermente migliorata ed ha avuto la capacità di risalire la classifica sfruttando le debolezze della Ferrari e l’evidente calo della Aston Martin di Alonso, ma, se si esclude la pole artigliata a Budapest, è stato un bilancio tutto sommato deludente.

Ha prestato il fianco alle frecciate di chi ha sempre sostenuto che in mancanza di un mezzo decisamente superiore e con un rivale degno di nota alcuni dei suoi 7 titoli avrebbero preso una strada diversa. Ha subìto l’ascesa di Verstappen cedendo ad atteggiamenti talvolta discutibili. Ha dovuto fare i conti con il digiuno di successi più lungo da quando ha debuttato in F1. Bisogna però riconoscergli il merito di non aver mai mollato anche quando la carta d’identità, il conto corrente e la bacheca avrebbero potuto suggerirgli di farlo. Lewis sbarcherà in Ferrari da quarantenne con un peso enorme sulle spalle e con la determinazione a farsi amici tutti quelli che, fino a ieri, lo vedevano come un rivale “poco gradito”. Avrà al suo fianco l’ex-predestinato, il ragazzino prodigio al quale avrebbero dovuto solo “dare una macchina”, il ventisettenne sul quale avrebbero dovuto costruire il futuro e che invece dovrà fare i conti con la sua ingombrante presenza. 

Bisogna solo sperare che tutto non si riduca a un’accattivante suggestione rimasta tale come quella di Jordan ai Wizards, Ronaldo alla Juve o Schumy in Mercedes. Prepariamo i pop corn: ci sarà da divertirsi, Verstappen e Newey permettendo…