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Il signor Giacomo si avvicinò all’auto tirando per il braccio il nipote. Gli adesivi della partecipazione alle ultime Millemiglia storiche erano una garanzia sulla storia e le prestazioni di quella Gran Turismo.
La carrozzeria rossa, le ruote a raggi luccicanti, gli interni di cuoio color caramello, tutto gli riportava alla mente quando da ragazzo lavorava nell’officina del suocero. In tanti anni aveva messo le mani su centinaia di motori, allora era tutta pura meccanica, l’elettronica non esisteva. “Quando andavamo a provarle era chiaro che non erano auto per tutti, bisognava domarle, non c’erano tutte quelle diavolerie elettroniche che sono sulle auto moderne. Queste erano fatte tutte a mano, in ognuna di queste puoi rivedere le mani delle persone che le hanno costruite… eh, auto così oggi non ne fanno più!” concluse con uno sguardo sconsolato.

Beh il signor Giacomo non ha completamente ragione.

I fratelli Frigerio sono da sempre appassionati di auto storiche e un giorno si sono chiesti: come è stato guidare un’auto sportiva di settant’ anni fa, appena uscita di fabbrica? Oggi le auto sportive di un tempo conservano intatto tutto il fascino, ma sono delicate, ci vuole una buona dose di coraggio per poterle spingere al limite come avrebbero fatto una volta.
E così hanno messo in piedi un piano tanto folle quanto ambizioso e romantico: progettare e costruire una vera Gran Turismo degli anni ’50… negli anni 2000.

il risultato oggi è sotto gli occhi di tutti: la Effeffe Berlinetta è una meravigliosa Gran Turismo due posti dalle linee sinuose che potreste tranquillamente scambiare per un’auto storica. Ma la Berlinetta è tutt’altro che un’auto moderna con una carrozzeria agée e i cerchi a raggi fissati da un gallettone centale.

Il telaio tubolare in acciaio è nascosto sotto la carrozzeria in alluminio battuta a mano da artigiani, i cosiddetti battilastra, esattamente come negli anni ’50, il che rende ogni modello unico, diverso da tutti gli altri. Gli interni sono ricercati, lussuosi ed essenziali. Nell’abitacolo fanno bella mostra i sedili a “baquets” rivestiti in morbida pelle dalla ditta Matteograssi, altra eccellenza italiana, così come il volante in mogano e alluminio che porta la firma di Ettore Nardi. Non c’è traccia di plastiche, né di sistemi di infotainment, né tantomeno potrete trovare assistenze alla guida, tutto sulla Effeffe è analogico, tutto risponde alle logiche progettuali e costruttive di settanta anni fa.

Pochissime le concessioni alla nostra epoca e tutte funzionali, il telaio è stato progettato con un moderno sistema CAD, e l’impianto frenante prevede freni a disco sulle 4 ruote ed è stato adeguato alle prestazioni del motore di derivazione Alfa Romeo: un 4 cilindri in linea interamente in alluminio, con una cubatura di 1962 cc. La potenza è di 180 CV, e la velocità e di circa 240 Km/h, ma le caratteristiche prestazionali potrebbero risentire delle personalizzazioni che il cliente può chiedere.

A proposito di personalizzazioni, il cliente può intervenire sulla configurazione dell’assetto e configurare gli interni con le finiture che desidera. Unici optional sono gli impianti di riscaldamento e di condizionamento dell’aria e un corso di guida veloce in autodromo.

La Effeffe quindi è una specie di macchina del tempo che può portarvi indietro negli anni ’50 e farvi provare sensazioni ed emozioni che solo chi ritirava dal concessionario una GT nuova di zecca ha provato.