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Il gran premio di Spagna del 1975 è stato un gran premio particolare.
Sulla griglia di partenza sono presenti 26 vetture e già questo fa presagire come andrà a finire: in un solo colpo escono di scena i primi quattro: Lauda, Regazzoni, Andretti e Brambilla per un incidente innescato da quest’ultimo.
Passano i giri e anche altri piloti in posizione di testa abbandonano la gara: Scheckter rompe il motore, Jones e Pryce per incidente. Al ventiseiesimo giro avviene la tragedia. La vettura di Stommelen perde l’alettone e piomba sulle tribune provocando quattro vittime. La direzione di gara fa correre le auto per altri 4 giri e poi decide di interrompere il gran premio. I giri percorsi non raggiungono il 75% del totale e da regolamento alle uniche otto vetture che passano sotto la bandiera rossa viene assegnato un punteggio dimezzato. Contrariamente a quanto si possa pensare questo gran premio passerà alla storia non per le vittime né per il numero delle auto ritirate, il GP di Spagna del 1975 verrà ricordato nella storia della Formula Uno per il mezzo punto conquistato dalla March-Ford Cosworth che si qualifica sesta, perché quella vettura è guidata da una donna.

Maria Grazia Lombardi, Lella per gli amici, nasce in un piccolo centro dell’alessandrino, e sin da piccola si appassiona alle auto, iniziando a guidare il furgone del negozio di famiglia appena patentata. Dopo qualche corsa con i kart Lella inizia a fare sul serio iscrivendosi al campionato Formula Monza con un’auto comprata a rate con la complicità della sorella, nascondendo tutto ai genitori. Ma il segreto dura poco, perché dopo tre sole gare i genitori leggono sui giornali locali la notizia della vittoria della figlia.

Le vittorie continuano ad arrivare e la Lombardi vince diversi titoli femminili, ma questo ad una donna che si cimenta in uno sport prettamente maschile e troppo spesso maschilista, non può bastare. Nel 1973 finalmente arriva il titolo assoluto nel Campionato Italiano 1973 in Formula Ford Messico, e questo le apre la strada al grande salto. Al volante di una Brabham BT42 Lella tenta la qualificazione in un Gran Premio di Formula Uno nel 1974, purtroppo senza riuscirci. Per il vero debutto bisogna attendere la stagione successiva.

Nel campionato 1975 La Lombardi scende in pista in Sudafrica e col tempo di 1’19”68 riesce a conquistare l’ultimo posto in griglia mettendosi dietro a Wilson Fittipaldi e un Graham Hill ormai a fine carriera. In gara riesce a fare 23 giri prima che un problema all’alimentazione del motore la costringa al ritiro, ma è comunque un week end memorabile per Lella e per tutto il “circus”, sono passati quasi vent’anni da quando Maria Teresa De Filippis, un’altra donna, un’altra italiana, ha avuto la stessa occasione.
Il campionato della Lombardi si chiude con la partecipazione ad altre 9 gare.

Nel 1976 dalla seconda gara in poi, Lella deve cedere il volante a Peterson, e dopo qualche difficoltà per trovare un nuovo ingaggio torna in pista su una Brabham spinta da un Ford Cosworth, ma è solo l’inizio della fine. La Lombardi non si qualifica in Inghilterra e Germania, in Austria riesce a partire, ma si piazza dodicesima. Ed è proprio in Austria che si chiude l’avventura di Lella in Formula Uno.

Dodici Grandi Premi disputati, e mezzo punto iridato conquistato, quello di Lella Lombardi è il miglior bottino conquistato da una “pilotessa” in Formula Uno, e probabilmente rimarrà tale, almeno fin quando personaggi come Bernie Ecclestone la penseranno così:” Non so se una donna possa essere fisicamente in grado di guidare una F1 ma, comunque sia, non verrà mai presa seriamente in considerazione.”

Finita l’esperienza nel Circus la Lombardi continua a guidare auto a ruote coperte: partecipa alla 24 Ore di Le Mans, al Mondiale Prototipi, al Campionato Italiano Sport ed al Campionato Europeo Turismo in un altalenare di risultati positivi e negativi, come nella stagione del 1980 quando guidando una Osella motorizzata BMW Lella colleziona otto ritiri in altrettante gare, o quando nel 1985 solo un cavillo del regolamento non le permette di aggiudicarsi il titolo assoluto.

Il 1988 è l’anno del ritiro, e Lella decide di appendere il casco al chiodo, ma quando la passione è grande non si riesce a stare troppo lontani dalle piste, la “pilotessa” decide di lasciare posto alla manager e così nasce la Lombardi Autosport, azienda che si occupa di portare in pista vetture di privati che è attiva ancora oggi.

Negli anni Novanta Lella si ammala di un male incurabile e quasi 30 anni fa, il 3 marzo 1992, ci lascia per sempre.

Il mondo è orfano di una grande donna, capace come pochissime altre donne a sfidare i colleghi uomini in uno degli sport più misogini che ci siano, lasciando quel mezzo punto come segno indelebile di una capacità tecnica e una forza di volontà fuori dal comune.