La moda dei primi anni duemila in campo automobilistico era quella di rendere omaggio ai fasti del passato, glorificando le tradizioni sportive delle case costruttrici.
I grandi marchi sportivi lanciarono sul mercato modelli prestigiosi che col loro nome evocano ai più esperti, e ai meno giovani, i ricordi di un passato fatto di gloria conquistata sulle piste.
La Ferrari affiancava ai nomi dei nuovi modelli un nome legato alla tradizione della storia della fabbrica d’auto più famosa nel mondo come Modena, Maranello, Scaglietti, Fiorano, ed Enzo, Così come la Lamborghini aveva dato alla Murcielago una sigla molto significativa: “LP640”, sigla che contraddistingueva la fortunatissima Countach in alcune sue versioni come la LP400 e la LP500. Anche la Zonda F prodotta da Horacio Pagani seguiva questa scia onorando l’ispiratore del costruttore italo argentino con quella sola F che sta per Fangio.
Infine, anche Mercedes ebbe il suo modello commemorativo. La Casa di Stoccarda di vittorie importanti, di automobili sensazionali e di piloti indimenticabili da omaggiare ne aveva centinaia, così con uno stratagemma colse l’occasione per ricordare a tutto il mondo una grande auto, condotta da un grande pilota ad una grande vittoria.
È il 30 aprile del 1955 il cielo è sereno e l’aria è ancora fresca. Da Brescia parte la Mille Miglia, quella vera, quella corsa sulle strade sterrate che passano in mezzo ai paesini delle provincie di mezza Italia. Sono le 7 e 22 e come da tradizione un’auto grigia contrassegnata dal numero 722, parte tra le urla d’incitamento dei tifosi alzando la polvere. L’auto grigia è la Mercedes 300 SLR guidata da Stirling Moss, nessuno lo immagina, ma due giorni più tardi quest’auto taglierà il traguardo con il tempo di 10 ore 7 minuti e 48 secondi, tempo che le regalerà la vittoria e il record della gara rimasto imbattuto.
Per celebrare quella vittoria avvenuta quasi cinquant’anni prima, nel 2006 la casa della stella tre punte, affiancò alla SLR “normale” la versione “722 Edition”. La potenza del V8 sovralimentato da 5,5 litri aumentò fino a 650 Cv offrendo agli appassionati clienti emozioni estreme, grazie all’erogazione di coppia veramente brillante.
Il propulsore “maggiorato” era realizzato artigianalmente nell’officina AMG di Affalterbach, e prometteva altissime prestazioni: l’accelerazione era tale che partendo da fermi si arrivava a 100Km/h in soli 3,6 secondi e dopo altri 6,6 secondi si toccavano i 200 km/h. La velocità massima (337 km/h) era di poco superiore della SLR.
Le prestazioni pure, però, non erano gli unici punti di forza di questa nuova versione, la tenuta di strada era notevolmente aumentata per merito delle sofisticate sospensioni, della configurazione dell’assetto più rigido e ribassato di 10 mm e dei cerchi in lega da 19 pollici. I freni a disco maggiorati con un diametro di 390 mm assicuravano un’eccellente azione frenante.
SLR “722 Edition” si distingueva anche per alcuni dettagli estetici, in linea con i desideri di appassionati ed esigenti “gentlemen driver” e di collezionisti di vetture sportive.
In occasione della presentazione mondiale nel circuito Paul Ricard a Le Castellet, la Mercedes Benz inaugurò ufficialmente il “SLR Club” una community esclusiva della quale i proprietari SLR diventavano automaticamente membri. Una delle particolarità del club era la SLR Safety & Speed Academy, che proponeva speciali corsi di guida e seminari con David Coulthard, Jochen Mass, Klaus Ludwig, Chris Goodwin e Christina Surer nella veste di istruttori celebri.
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