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Quando parla della sua Ferrari 250 GTO Nick ha gli occhi illuminati dalla passione. “la comprai quarant’anni fa, ora è come un membro di famiglia. Non è certo come un figlio, è più il mio cucciolo”

Nick Mason, batterista dei Pink Floyd è appassionato di auto da sempre.
L’amore per i motori entrò nella vita Nick prima di quella per la musica. Il padre era un regista e lavorava per la Shell, produceva documentari sulle grandi corse automobilistiche degli anni ’50 come la 24 ore di Le Mans e la Mille Miglia.
Nel 1965 insieme a Richard Wright, Roger Waters e Syd Barret fonda i Pink Floyd, gruppo di rock psichedelico che nel corso dei decenni seguenti sarebbe diventato una delle rock band più importanti, seguite ed amate della storia della musica.
Le passioni per la musica e per le auto sono sempre andate di pari passo, l’unica differenza dice Nick, è che per suonare lo pagano, e grazie a questi soldi può comprarsi le auto.

L’interesse per i motori lo ha portato a comprare auto che portava regolarmente in gara, negli anni ’80 Mason ha partecipato 5 volte alla 24 h di Lemans e 2 volte alla Carrera Panamericana. Tutte le auto acquistate venivano conservate in una rimessa situata nelle campagne inglesi. Oggi in quella rimessa ci si possono trovare alcune delle più importanti auto sportive di ogni epoca: una rara Aston Martin Ulster rossa del 1935, La Bentley 4,5 Litre del 1930 con cui il padre portava la famiglia fino a Silverstone e poi li riportava a casa dopo aver gareggiato, ma anche una McLaren F1 GTR del 1996.
Poi ci sono le Ferrari: la Daytona GT4 con cui corse a Le Mans, la 512 S del 1970 che fu utilizzata per le riprese del film Le Mans con Steve McQueen, una F40 del 92 e poi lei, la regina della collezione: la 250 GTO.

Prodotta nel giugno del 1962 con telaio #3757GT, la GTO fu venduta a Jacques Swaters fondatore della Ecurie Francorchamps e la sua prima corsa fu la 24h di Le Mans dello stesso anno. Il risultato fu ottimo: seconda nella sua categoria e terza assoluta guidata da “Beurlys” (Jean Blaton) ed “Eldé” (Leon Dernier). In seguito, partecipò a numerose gare, ottenendo numerosi successi, tra cui il terzo posto al Tour de France del ‘62, e il primo posto alla 500 miglia di Spa nel ’63. Tra il 1965 e il 1978 passò di proprietario in proprietario fino ad arrivare nel 1978 nelle mani del batterista di una delle band più famose ed importanti di quel tempo. Nick racconta in varie interviste di essere riuscito a coronare il suo sogno grazie ai proventi dell’ultimo album dei Pink Floyd: “The dark side of the moon”. 37 mila sterline erano una bella cifra allora, dopo sedici anni la GTO era valutata più di sei volte il valore iniziale che era di 6 mila sterline. Quotazioni che oggi ovviamente fanno sorridere, l’ultima GTO venduta ad un’asta è stata pagata poco più di 54 milioni di euro.

Il progetto di quest’auto fu iniziato da Carlo Chiti e Giotto Bizzarrini e portato a termine dal giovanissimo Mauro Forghieri. Il motore è un 12 cilindri di 3 litri, derivato dalla Testa Rossa. 300 cavalli, 290 km/h di velocità di punta e un’ottima guidabilità furono il segreto del suo successo. L’auto venne prodotta in soli 36 esemplari che in tre anni, dal 1962 al 1964, portarono a casa un palmares impressionante conquistando quasi tutto quello che era possibile vincere: 3 24h di Le Mans, 3 targhe Florio, 3 12h di Sebring, 2 Tour de France, 2 Tourist Trophy e numerose altre per un totale di ben 24 vittorie di classe.

A Nick Mason non piace il termine collezionista perché tutte le sue vetture sono utilizzate da lui o dai membri della sua famiglia per partecipare a vari tipi di eventi, concorsi d’eleganza o vere e proprie gare per vetture classiche. La stessa GTO ha partecipato con Mason alla guida a numerose gare a Goodwood o a Silverstone. Con quest’auto Nick ha perfino accompagnato entrambe le sue figlie nel giorno del loro matrimonio.

Nel 2010 il batterista ha ricevuto un’offerta di ben 30 milioni di sterline per la sua GTO, offerta che è stata gentilmente rifiutata senza esitazioni:
“Sarò sempre il ragazzo che ha una GTO, non quello che ha venduto una GTO.”