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“Mi sono impegnato in prima persona per una maggiore equità nella definizione delle classi di merito RCA e dei relativi costi, il risultato conseguito oggi in Commissione Finanze rappresenta solo il primo passo dell’ampia riforma in corso di definizione”.

Così si esprimeva il sottosegretario Villarosa poco dopo l’approvazione del suo emendamento al DL Fiscale da parte della Commissione Finanze.

“Equità”, ragioniamo per un momento su questo termine e chiediamoci quale significato possa avere in ambito assicurativo. Allo stato attuale, grazie al celebre “Decreto Bersani” Mario Rossi titolare di una vettura con attestato di rischio in classe 1 (la migliore in assoluto) ha il diritto di estendere tale situazione a tutte le auto che vengono acquistate dai membri del suo nucleo familiare. Al momento del conseguimento della patente, il figlio diciottenne ha pertanto diritto di assicurare la sua nuova auto beneficiando della situazione che il padre ha costruito in anni di guida attenta ed oculata.

L’emendamento del sottosegretario Villarosa interviene sulla normativa estendendo il diritto di cessione della classe di merito a tutti i veicoli presenti nel nucleo familiare, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno una storia assicurativa consolidata. Dal 16 Febbraio una moto appena acquistata, per la guida della quale non esiste alcuna esperienza, verrà automaticamente assicurata in classe 1, lo stesso varrà per lo scooter della moglie o per la minicar della figlia quattordicenne. Ma non è tutto: stando a quanto previsto dal disegno di legge, il 16 febbraio rappresenterà una sorta di maxi condono assicurativo, mettendo tutti i possessori di una polizza RCA nelle condizioni di cedere la propria classe a tutti i veicoli già assicurati dal nucleo familiare. Questo significa che, se non si sono verificati sinistri negli ultimi 5 anni, al primo rinnovo utile tutti i veicoli della famiglia Rossi verranno assicurati in classe 1, cancellando in un batter d’occhio la meritocrazia dei guidatori virtuosi, indenni da sinistri e con anni di esperienza alle spalle.

Torniamo al nostro interrogativo iniziale: cosa c’è di equo in tutto ciò? Nulla. Non è equo il fatto che un giovane neopatentato, costretto ad uscire dal nucleo familiare per motivi di studio o lavoro, abbia diritti diversi rispetto ad un altro che ha avuto l’opportunità di continuare a vivere con i genitori. Non è equo il fatto che la classe merito maturata da un automobilista dopo diversi anni di esperienza, possa essere ritenuta idonea a contestualizzare il rischio di un quattordicenne che si cimenta per la prima volta alla guida di un ciclomotore. Ma soprattutto non è equo il fatto che questo provvedimento porterà ad una sostanziale abolizione del sistema premiante della classe di merito. Già, perché non è difficile intuire come le Compagnie assicurative cercheranno di attutire il colpo derivante dal minor introito causato dalla riqualificazione dei contratti in vigore.

Il comparto RCA è senza dubbio il più diffuso e sviluppato tra i rami danni: chiunque abbia la necessità di porre in circolazione un veicolo targato deve necessariamente stipulare una polizza rivolgendosi alle Aziende attive sul mercato, creando un gettito importante ma talvolta non sufficiente a coprire i costi. Le criticità del panorama nazionale sono note da tempo: tanti veicoli privati tendono a saturare i grandi centri abitati, generando un elevato numero di sinistri stradali che, uniti alle truffe troppo spesso impunite, hanno determinato condizioni per le quali, negli ultimi anni, a fronte di 100€ incassati le Compagnie hanno dovuto mettere a bilancio spese oscillanti tra 95€ e 103€. Da ciò risulta chiaro come un provvedimento volto a determinare l’abbattimento dei costi assicurativi per alcune fasce di consumatori verrà giocoforza ripartito sulle altre rispettando in toto il principio mutualistico.

In conclusione la nuova normativa RC Auto rischia di tramutarsi in un danno economico per un numero elevato di famiglie, che non trarranno benefici rispetto alla situazione attuale ma che, al contrario, con ogni probabilità dovranno mettere in conto un rincaro delle proprie polizze (si parla di un aumento medio del 2,6% su scala nazionale): l’ennesimo esempio di una norma emanata con superficialità nell’ottica del fervente populismo, senza aver, di fatto, valutato le effettive conseguenze.

Di fronte alla necessità di procedere alla riorganizzazione del settore RCAuto, per ottenere una diversa e più omogenea distribuzione dei costi, è necessario compiere un salto concettuale importante: sarebbe forse più veritiero tariffare il rischio assicurando la patente di guida anziché il veicolo, con una scala di valori composta da anni di esperienza, storicità di sinistri e abilitazioni conseguite.