Tempo di lettura stimato: 2 minuti

Ci sono imprese che vanno oltre la possibilità di essere vissute. Ci sono imprese che vengono scolpite nella storia e la riscrivono. Ci sono imprese che regalano alla leggenda un nuovo status e impongono la necessità di inventare un nuovo termine per descriverla. Quella compiuta oggi da Sebastièn Loeb lungo le strade che circondano Montecarlo è un’impresa che cambierà per sempre la storia dei Rally ed offrirà a tutto il mondo del Motorsport un nuovo metro di paragone. Impegnati da tempo nell’annosa elezione del migliore tra Senna e Schumacher ed a lungo abbagliati dalla luce impropria di Hamilton i tifosi e gli addetti ai lavori dovranno ampliare i propri orizzonti: il cannibale è tornato per dimostrare a tutti che, qualora 9 Titoli Mondiali non fossero stati sufficienti, lui è La Leggenda.

Non sono appassionato di rally e non padroneggio scratch, power stage e parchi assistenza con la dovuta esperienza, ma vedere un uomo di 47 anni vincere un Rally Mondiale dopo aver abbandonato l’impegno stabile da 10 anni è qualcosa di inimmaginabile, se poi si analizza il suo percorso di avvicinamento a questo weekend, l’emozione diventa difficile da contenere. A differenza di quanto una persona logica potrebbe pensare, Seb non ha consumato le strade con chilometri e chilometri di test come parecchi dei suoi rivali, essendo stato impegnato fino al 14 gennaio a domare la sabbia del deserto saudita nel corso della Dakar (chiusa al secondo posto…). Solo a quel punto, tagliato il traguardo finale, è salito su un aereo e poi un elicottero per raggiungere Gap, dove il team M-Sport stava effettuando le sessioni di test in vista del debutto Mondiale, per mettersi al volante della Ford Puma Rally1 Hybrid, vista solo in due occasioni a novembre e per di più riparata dopo un brutto incidente di Craig Breen nei giorni precedenti. Quella è stata la presa di contatto con una vettura completamente nuova e disegnata seguendo un regolamento che ha punta a tagliare i ponti con il passato, cercando di recuperare quegli automatismi che la BRX Hunter e le dune potevano aver appannato: ovviamente non era così.

Loeb ha iniziato subito alla grande conquistando le 3 prove speciali di venerdì mattina e continuando da dare del filo da torcere ad Ogier anche quando era finito alle sue spalle in classifica generale. I tre scratch conquistati nel prosieguo della gara hanno finito per infiammare ulteriormente il duello fino alla foratura che nella penultima prova ha spento i sogni di Ogier per regalare al cannibale l’ottantesimo successo di una carriera infinita.

A differenza di tanti colleghi il pregio di Loeb è quello di non essersi mai stancato di fare ciò per cui è nato, scrivendo nuove pagine nei vari ambiti del Motorsport senza temere di offuscare il blasone della sua storia: nel suo palmares può così annoverare successi nel WTCC, nel WRX, alla Pikes Peak ed alla Dakar, senza dimenticare il valore di quelli ottenuti nel Mondiale Rally durante le partecipazioni occasionali fino al 2018 quando non c’era nulla da vincere e tanto da perdere.

Oggi Seb è riuscito nell’ennesima impresa, un successo dal relativo valore tecnico, ma senza dubbio la gemma più brillante da quando stringe un volante tra le mani, perché ha ricordato al Mondo che le Leggende non hanno “Fine”.