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Ormai lo sapete AMBlog è nato per dare libero sfogo alle emozioni e, a partire da oggi, si arricchirà di una nuova rubrica dedicata alla comune passione dei fondatori per il modellismo statico. “Sogni in scala” sarà un contenitore nel quale potrete leggere recensioni e commenti su modelli in scala che spazieranno dalle monoposto alle hypercar passando attraverso tutte le categorie del mondo a 4 ruote.

Per il debutto abbiamo scelto una Rossa dal trascorso sportivo poco glorioso, ma con un fascino indiscutibile: la F92A del 1992 presentata da Top Marques Collectibles con il marchio GP Replicas in scala 1/18. Disponibile sia in versione n.27 dell’indimenticabile Jean Alesi sia in versione n.28 del nostro Ivan Capelli, il modello di Top Marques va a colmare una vera e propria lacuna nello storico delle monoposto del Cavallino nella scala più grande tra quelle a larga diffusione. Quasi 25 anni fa Minichamps realizzò una brillante riproduzione della F93A in metallo e plastica, iniziando l’excursus nella storia della Ferrari che arrivò fino al 1998 prima di cedere la palma e l’onere dei diritti a Mattel. La casa tedesca regalò ai collezionisti anche una versione apribile della 312T campione del Mondo con Niki Lauda nel 1975, ma per questioni di royalties non ebbe l’opportunità di proseguire la serie creando un vuoto. I subentranti americani non manifestarono grande interesse per il passato, cimentandosi con alterne fortune nella riproduzione della monoposto della stagione in corso tra il 1998 ed il 2014, con l’unico exploit della 312T2 del 1976 di Niki Lauda in versione “Elite”. Per anni i collezionisti hanno sperato che BBR e Looksmart colmassero il vuoto rispettando le “promesse” relative alla storia del Cavallino ma, curiosamente, le due case italiane hanno ignorato gli anni ‘90 concentrandosi sulle stagioni che videro protagonista il compianto Gilles Villeneuve.

Diciamolo subito: dopo alcuni esperimenti condizionati da alcuni grossolani errori, La F92A rappresenta il primo modello riuscito da quando Top Marques ha deciso di raccogliere la sfida delle monoposto in scala. Realizzato in resina, il modello è veramente ben fatto, rispettando le proporzioni e offrendo un’impressione globale di pulizia e precisione.

Il packaging total black è composto da una basetta in legno rivestita in ecopelle che costituisce il supporto ideale per l’esposizione, sovrastata da una copertura rigida ad incastro, priva di materiale isolante. La sicurezza è comunque garantita dalle generose viti con cui il modello è ancorato alla base, alle quali è possibile accedere solo dopo aver inciso il panno vellutato da cui è composto il rivestimento inferiore. Nel doppio fondo si trovano le decal dello sponsor con cui, a piacere, è possibile completare la livrea.

La vista laterale permette di apprezzare il doppio fondo piatto, aspetto unico che costituì l’elemento distintivo della vettura progettata da Jean Claude Migeot. Discreta la trama carbonio ripresa sia sulle ali che sull’estrattore posteriore, forse è leggermente sovradimensionata rispetto alla scala, ma rappresenta comunque un plus rispetto a quanto offerto, fino ad oggi, dal mercato.

Concentrandoci sulle ali, non possiamo non sottolineare gli spessori degli elementi verticali ed orizzontali, decisamente troppo voluminosi se paragonati al corpo vettura: il colore scuro tende a mascherare parzialmente l’errore ma, ad uno sguardo più attento, non sfugge un’imprecisione che rappresenta l’unica grossolana pecca.

Buono il lavoro fatto nella zona delle sospensioni anteriori con i braccetti fedelmente riprodotti anche negli ancoraggi metallici alla scocca, ma è con il gruppo pneumatico/cerchio che Top Marques ha giocato il jolly. Quando un produttore mette in cantiere la riproduzione di una vettura a ruote scoperte, dalla scala 1/24 in su, sa che buona parte del risultato finale sarà dovuto anche alle modalità con cui pneumatici e cerchi saranno proporzionati rispetto al resto del modello. Con la F92A il produttore ha raggiunto un livello eccellente abbinando i voluminosi Goodyear a cerchi bicolore che ricalcano in tutto e per tutto gli originali BBS, impreziositi dal monodado metallico.

Bello anche l’abitacolo con il realistico rivestimento del sedile, sul quale trova spazio il dettaglio del logo Schedoni, e le cinture in tessuto con fibbie fotoincise. Anche sul lato interno della cellula di sopravvivenza è stato dato ampio spazio alla fibra di carbonio con una trama che, inspiegabilmente, appare più sottile e realistica rispetto a quanto realizzato sul resto delle superfici.

Le fiancate che ben rappresentano la singolare forma “a caccia”, vero e proprio cruccio aerodinamico dell’intero progetto, sono impreziosite da rivetti fotoincisi e dominate dal vistoso sfogo di raffreddamento: peccato che l’interno presenti una griglia riprodotta sommariamente su un pezzo pieno anziché forata (stesso marchiano errore della bocca dell’airbox e del foro per il sollevamento nella zona del roll-bar).

Convincente anche la vista posteriore: sotto alla gigantesca ala, sbucano i due terminali di scarico bruniti e il faro da pioggia in plastica trasparente che completano il quadro di realismo ricercato dal costruttore.

In conclusione, trattandosi di un pezzo inedito e comparandolo alla qualità del mercato, possiamo sostenere che Top Marques abbia offerto ai collezionisti la possibilità di mettere in vetrina una chicca con un budget di circa 210€, tutto sommato inferiore rispetto a quello richiesto dai diretti competitor.