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Leggi la seconda parte dell’intervista

Com’è la giornata tipo di un collaudatore?

“Di solito mi alzo presto e una volta timbrata l’entrata in fabbrica, vado in ufficio dove inizio a vedere sulla base delle riunioni precedenti qual è il piano di lavoro da affrontare. Lavoro prevalentemente nel reparto sperimentale nel quale ci sono diverse vetture prototipo, ognuna legata ad un’attività, e in funzione di quelli che sono i lavori fatti, mi interfaccio con uno dei referenti dei vari reparti per poter partire con le attività di collaudo, che può essere in strada o su pista o magari di sviluppo software o qualcosa più particolare. Poi prendo il mio pc con il programma dati interfacciato con la vettura per vedere le funzioni vitali della macchina, la mia cartellina con le schede di collaudo con i dati che mi servono e poi inizio la mia attività. Questa può terminare a pranzo, dopo pranzo, di notte, di giorno, a seconda delle attività, magari durano più km e c’è il rischio che si rimanga fuori e si rientri il giorno dopo. Poi a fine attività si rientra, si chiude la scheda di collaudo, faccio un report dettagliato di tutta l’attività, allego i dati scaricati dalla vettura e ci si ritrova con tutti gli ingegneri, i responsabili i tecnici e con talvolta la presenza di Horacio nella sala riunioni dove facciamo i debriefing e si prendono le decisioni su quali sono le modifiche da fare. Oppure se il test è andato bene si va all’ente omologativo se ci sono delle cose da omologare. Se ci sono delle criticità a livello strutturale si coinvolgono i ragazzi del reparto compositi, che quindi vanno ad intervenire sul pezzo che ha subito qualche rottura e si fanno tutti gli esami del caso.”

Hai parlato di varie vetture, bei tempi quando si testava tutto sulla “Nonna”.

“No, la “nonna” ormai è in museo, adesso stiamo lavorando su vetture che hanno gli stessi telai delle Huayra BC Coupè, BC Roadster o “normale”, però ogni vettura ha caratteristiche diverse, ce n’è una che è strumentata per tutte le attività relative allo sviluppo del motore o del suo software, ce n‘è una strumentata per il cambio, un’altra che riguarda la parte interna del sistema del riscaldamento e tutta la parte che riguarda l’aria condizionata.”

Giustamente, anche se sono delle hypercar avranno bisogno dell’aria condizionata, della radio degli alzacristalli elettrici…

“Assolutamente, deve funzionare tutta la parte del display interno, e quindi ci sono delle vetture che sono destinate ai diversi reparti, ad esempio ce n’è una destinata al reparto elettronica che quindi ha tutta la strumentazione per avere il controllo dei sistemi di elettronica. Ti faccio un esempio, se montiamo una batteria nuova di ultima generazione, la vettura è messa sotto controllo giorno e notte per vedere se ha degli assorbimenti strani, se la batteria mantiene la tensione, se crolla improvvisamente se ha delle ripercussioni sulle chiusure o altre cose strane.”

Tra tutte quelle che hai provato, sia tra quelle di tutti i giorni, sia tra le hypercar, qual è la tua preferita, quella che dici “se avessi 10 milioni di euro la comprerei”.

“Come auto di tutti i giorni, guido una Nissan GTR, che secondo me racchiude un po’ tutto, la potenza, le prestazioni, la trazione integrale, lo spazio, la sobrietà, il comfort, con un costo accessibile, non è una roba fuori di testa. Poi amo molto i SUV, ho una BMW X6, che è più confortevole e consuma meno.
Comunque l’auto dei miei sogni è ovviamente la Ferrari F40, sono innamorato di quella macchina, e se potessi me ne comprerei una. Per quanto riguarda le hypercar, non lo dico perché ci lavoro dentro, ma per me la Zonda è un’auto fantastica, perché ti trasmette qualcosa di enfatico all’ennesima potenza, il suono del motore, gli scarichi della Zonda Cinque…(sospira), poi però ti potrei dire che l’ultima che abbiamo fatto la Huayra Roadster BC è un’auto pazzesca: bella, elegante, ecco quella è l’auto che vorrei. Poi io sono molto legato a tutte e due perché le ho sviluppate completamente.”

Per deformazione professionale, ti capita mai di salire su un’auto qualsiasi, di un amico o altro e pensare alle cose tecniche, di come sono state sviluppate o di come le avresti fatte tu?

“Ti dico la verità, è una cosa che faccio sempre! (ride) Purtroppo è un po’ nell’indole o nell’inconscio, una questione di abitudine, ma ogni volta che salgo su una macchina che sia una hypercar, o una supercar, ogni volta faccio tutti i confronti, oppure prendo spunto anche per le cose che potrebbero far comodo a me “ah vedi dove hanno messo quel tasto lì, è più comodo perché ci si arriva in modo più intuitivo”.

Io immagino sempre un collaudatore di hypercar come te come possa giudicare lo sviluppo fatto sulle utilitarie di tutti i giorni.

“No, non è vero, d’altronde la perfezione è difficile, è quasi impossibile averla, poi ti dico che tante cose sono soggettive, probabilmente le cose che vanno bene a me non vanno bene a te e viceversa. Per cui bisogna sempre avere un’esigenza che ti porta a soddisfare l’utente comune, se dovessi fare una macchina come piacerebbe a me probabilmente non verrebbe apprezzata.”

Probabilmente Horacio non sarebbe contento…

“Esatto(ride) magari sarebbe una macchina talmente particolare, talmente estrema su certe cose che l’utente, il cliente non l’apprezzerebbe affatto. Quindi è molto soggettiva quella cosa.”

Certo, e poi non tutti quelli che comprano una Hypercar, sono in grado di guidare una hypercar.

“Guarda, nel 99% dei casi no. Ma la bravura di un collaudatore è quella di fare una macchina non per sé stesso, ma per gli altri e soprattutto che sia giusta per i tanti tipi diversi di cliente.
Nella nuova fabbrica Horacio ha fatto mettere un cartello su cui è scritto: “il nostro primo datore di lavoro è il cliente”.

Photo by courtesy of Andrea Palma