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Le pareti della piccola hall sono candide e la luce che filtra dalla vetrata illumina la gigantografia di Ferruccio Lamborghini con lo sguardo proteso verso la celebre massima impressa a caratteri cubitali: “Questo è stato il momento perfetto in cui ho finalmente deciso di creare un’auto perfetta”. Poi le porte si aprono e il nostro viaggio ha inizio…

Entrare nella fabbrica della Lamborghini non è un’esperienza qualunque: dimenticatevi chiasso, rumori assordanti e le dinamiche in un qualsiasi stabilimento industriale, a Sant’Agata Bolognese regnano ordine, precisione e pulizia maniacale. L’ambiente è asettico e le linee che fanno da incubatrici per Huracan e Aventador si fondono alla perfezione con l’ambiente circostante: tutto è a misura d’uomo e perfino il nostro percorso ha un tracciato disegnato sul pavimento per scongiurare l’ipotesi che un impeto di passione possa portarci a rischiare un incidente o creare intralcio agli uomini ed alle donne che, con abilità certosina, trasformano la materia in sogno. Già…gli esseri umani. Quante volte vi è capitato di guardare un oggetto e considerarlo semplicemente tale: ecco, d’ora in poi, quando avrò l’occasione di incontrare una Lambo, fidatevi di me, sarà impossibile. Avrà il volto, gli occhi e le mani delle persone che ogni giorno permettono ad una ventina di clienti di mettersi, per la prima volta, al volante di una super sportiva con il Toro.

 

Huracàn

La nostra esplorazione del mondo Lamborghini inizia con la linea che porta la Huracàn a sorgere in meno di un giorno. La gestazione prende il via alla stazione 00, dove le carrozzerie in alluminio (verniciate dalla Carrozzeria Imperiale di Mirandola) vengono private delle portiere e dotate di protezioni per evitare possibili danni durante la lavorazione, e si chiude alla 23 quando, dopo i controlli di rito, la vettura viene accesa per la prima volta e guidata fino alla camera test, dove percorre i suoi primi chilometri sul banco dinamico. Ad ogni postazione si lavora per 37 minuti, seguendo un preciso sistema just in time che non lascia spazio all’improvvisazione: in caso di emergenza i tecnici hanno la possibilità di premere un pulsante che interrompe la rotazione della linea, ma la nostra guida ci rassicura precisando che si tratta di un’eventualità remota, perchè i tempi sono calcolati per garantire un ampio margine di gestione. L’organizzazione prevede anche un periodico avvicendamento per consentire a tutti di prendere confidenza con l’intero ciclo produttivo, al punto che la stessa linea è in grado di sfornare anche le vetture della Squadra Corse in specifica Supertrofeo o GT3. Osservando le procedure si ha la percezione di un controllo assoluto, ma l’atmosfera è serena e gli sguardi trasmettono fierezza ed orgoglio.

I motori nascono su una linea indipendente con un pool di tecnici che provvede ad allestire le fusioni realizzate dalle Officine Meccaniche Rezzatesi in perfetta simbiosi con tutto il processo di assemblaggio. Una volta terminato ogni propulsore viene testato al banco e solo dopo aver superato tutti i controlli riceve l’ok per essere installato in vettura.

 

Selleria

Gli interni in pelle ed alcantara sono realizzati in un apposito reparto che raggiungiamo, solo dopo aver fatto un inchino a Roberto, l’unico robot attivo nello stabilimento al quale viene affidato il compito di spostare motori e scocche dal magazzino alla stazione in cui saranno installati. Il campionario dei colori è amplissimo, ma se dovesse non bastare, con il programma “Ad Personam” i clienti possono dare libero sfogo all’eccentricità con una configurazione su misura. Lamborghini sceglie partner di eccellenza e trovandosi nella Terra dei Motori, non poteva non rivolgersi a Schedoni, l’azienda modenese, nata come pelletteria per valigie e diventata fornitore dei più importanti costruttori di supercar e hypercar. In reparto le conce passano sotto gli occhi attenti delle addette al controllo qualità che verificano la presenza anche del più impercettibile dei difetti e provvedono a marcarlo perché venga escluso in fase di taglio. Niente però viene sprecato: dopo aver ottenuto da una concia il maggior numero di tagli utili (per una vettura ne servono almeno 6 intere) si destina il rimanente alla realizzazione di gadget.

La selleria è di gran lunga il reparto che permette di osservare la lavorazione più da vicino, così, mentre la nostra guida snocciola numeri e dati, noi ci fermiamo rapiti ad osservare Maria che, con rapidi movimenti di termosoffiatore e pressore, dona eleganza a quello che fino a pochi minuti prima era un semplice pezzo di carbonio. Non capiamo se sia del tutto consapevole di quanto prezioso possa essere il suo lavoro e di quanto intrigante possa essere vederla lavorare, così usciamo dal seminato e ci lasciamo andare ad un complimento sincero: il sorriso spontaneo ci fa intuire la soddisfazione, ma il malcelato imbarazzo che si nasconde dietro al suo “grazie” dimostra che in fabbrica il gioco di squadra è fondamentale e che l’umiltà regna sovrana.

 

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(immagini: https://media.lamborghini.com)