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“Spesso quando parlo con le persone mi sento dire: beato te Andrea, fai il lavoro più bello del mondo!”

A parlare è Andrea Palma: pilota, collaudatore, team manager e proprietario di un team che corre nella Porsche Cup, tutte cose che sono andare a sovrapporsi col passare degli anni. “in effetti quando mi chiedono che lavoro faccio, inizio ad essere confuso.” (ride).

L’occasione è nata per caso, da qualche tempo seguo il suo account Instagram, un giorno scambiando due batture la butto lì: “ti va se facciamo una chiacchierata sulle nostre passioni per scrivere un pezzo su AMblog?” “va bene, facciamolo!”

Ciò che più mi incuriosisce è il suo incarico di collaudatore per la Pagani.
Quello del collaudatore è un ruolo chiave per arrivare ad un prodotto finale che si avvicina alla perfezione.
Immaginate: all’inizio c’è l’idea, di solito arriva da un visionario dalla mente geniale, appassionato che vive di motori. Poi ci sono gli ingegneri che trasformano l’idea in materia e la mettono su strada. Alla fine, c’è l’auto, nel nostro caso una delle Hypercar più apprezzate al mondo. In mezzo c’è il collaudatore, una figura mitologica che sale su un mezzo appena abbozzato pieno di sensori e cavi che spuntano da tutte le parti, e la trasforma nel perfetto mix di funzionalità, prestazioni ed eleganza come sono le auto che escono dalla fabbrica di San Cesario sul Panaro.

Raccontami com’è nato il rapporto con Pagani.

“Verso la fine del 2014 un mio amico che conosce bene Pagani, mi ha detto che Horacio era alla ricerca di un nuovo collaudatore e così mi ha messo in contatto con quello che prima era il responsabile del reparto sperimentale, che tra l’altro avevo già conosciuto in Ferrari durante dei test a Fiorano, Andrea Galletti. Un giorno ricevo una chiamata ed era Andrea che mi diceva di aver ricevuto il mio curriculum e che voleva vedermi per parlare del lavoro in Pagani; io in quel periodo dovevo passare in Lamborghini per alcune cose per la stagione e così ci siamo incontrati a pranzo. Lì mi ha detto: “a me piacerebbe che tu venissi a bordo con noi, se sei interessato ti faccio contattare da Horacio”. Poi dopo un po’ di tempo, una sera ero a casa a Roma, squilla il telefono, rispondo e una voce con l’accento argentino mi dice “buonasera Andrea sono Horacio Pagani…”, quella è stata la chiamata decisiva, e all’inizio del 2015 sono entrato in Pagani”

Quindi quando sei arrivato era già stata presentata la Huayra.

“Si, c’era solo la versione coupé e appena arrivato è mi è stata affidata la calibrazione di motore, cambio e sospensioni. Già il primo giorno mi hanno portato a fare un test a Modena e mi hanno detto “fai un po’ di giri di pista e poi ci dici cosa ne pensi”. Rientrato ai box ho scritto le mie osservazioni, i miei report e poi pian piano siamo partiti con lo sviluppo.”

Com’è stato l’impatto con Horacio?

Quando è nato il progetto della BC, Horacio era molto diffidente, perché mi conosceva da poco, la prima frase che mi disse fu “allora Andrea, mi raccomando: la BC dev’essere una macchina che deve essere facile da guidare; non fare una macchina come tutti i piloti, che fate le macchine che ammazzano la gente” io sono rimasto un po’ così (ride) e ho pensato: “mi avrà preso per un criminale?”. Poi visto il lavoro che facevamo ha iniziato ad acquisire fiducia. Inizialmente era molto presente e ci ricordava sempre come voleva le macchine, era sempre preoccupato per la guidabilità e la sicurezza. Io lo rassicuravo che le regolazioni che facevamo erano sempre fatte per evitare reazioni dell’auto troppo violente che potessero renderla instabile e difficile da guidare. A dire la verità ogni tanto ho fatto delle cose di nascosto.

Vabbè, questa non la scrivo(rido).

“Però col passare del tempo è nato un rapporto di estrema fiducia, ora mi dà veramente carta bianca, visti i risultati e tutto il progresso sulla BC, sulla parte di handling, dello sviluppo software per il cambio e tutto ciò che serviva a livello di guidabilità della vettura, ha iniziato a fidarsi e da lì in poi quando ci sono i nuovi progetti è abbastanza sereno, dice “guarda, c’è da fare questo pensaci tu”.

Parlami del tuo lavoro, come inizia lo sviluppo di un’auto

Leggi la seconda parte dell’intervista

Photo by courtesy of Andrea Palma